Non solo lussuose isole per coppie in viaggio di nozze. Le Seychelles sono un paradiso tropicale, in bilico fra sogno e realtà, che conserva ancora angoli incontaminati e selvaggi, a strettissimo contatto con la natura.
IMPRESSIONI: AI CONFINI TRA MARE E NATURA
Un’avventura tropicale di metà ottobre è quello che ci vuole per rigenerarsi e far scorta di calore per l’inverno. Passato in rassegna il mappamondo a caccia di caldi lidi lontani e una volta lette le indicazioni fornite dal sito
viaggiaresicuri.it, ci mettiamo poco a scegliere questa destinazione fra le più desiderate mete esotiche. Le condizioni climatiche favorevoli del periodo ottobre/novembre, la sicurezza e la relativa raggiungibilitá delle isole non lasciano spazio a dubbi. Destinazione Seychelles per sbarcare sulle isole di Praslin e La Digue.
A dire il vero per me era la seconda volta dopo un primo passaggio con Donnavventura qualche anno fa. Allora avevo visitato le tre isole principali per lo più a bordo di un catamarano, ora il mio obiettivo era viverle anche “via terra” più a stretto contatto con la popolazione locale e la rigogliosa natura che le caratterizza.
Sbarchiamo a Mahé in una giornata dal cielo limpido e dai colori accecanti. Ci fermeremmo anche già qui non avessimo un catamarano che ci aspetta per Praslin. L’avventura inizia da subito in un autobus caldo, affollato e sfrecciante; la guida è all’inglese e giá quello fa sì che ci voglia un po’ di tempo per farci l’abitudine…
Arriviamo a Praslin, prima tappa della nostra fuga esotica, che è già l’imbrunire. Il cielo alle Seychelles in questo periodo intorno alle 6.00 di sera sembra spegnere un interruttore. Arriviamo all’
Hotel Cotê d’Or Club che è già praticamente buio. Ci vorrà una notte intera e l’alba di un nuovo giorno per realizzare veramente dove siamo capitati: una spiaggia di 2 km di sabbia finissima, una bella cabana tutta per noi e tutti i colori delle Seychelles radunati in quest’angolo di Anse Volbert, una delle più belle spiagge di Praslin. Normalmente non optiamo mai per i villaggi ma questo ci ha convinto fin da subito: l’accoglienza di Gabriel, direttore e padrone di casa della struttura, la spigliatezza e preparazione di Martina, tour leader e tuttofare, hanno fatto la differenza. Se sognate sole, mare, relax e spiagge borotalco, venite qui oppure nella vicina Chauve Souris Relais (sempre della Grandi Viaggi): 5 lussuose cabanas in un’isola tutta per voi, meta prediletta di tutte le coppiette in Viaggio di Nozze.
Due giorni a Praslin, con escursione alla vicina isola di Curieuse e l’immancabile Vallée de Mai (sito caratterizzato dalle palme del curioso Coco de Mer, dichiarato patrimonio dall’Unesco), volano via veloci come le nuvole che qui fuggono alte in cielo, quasi a rincorrersi.
Così ci ritroviamo a La Digue, per alcuni anni rimasta semplicemente stampata come una cartolina nei miei ricordi: carri trainati dai buoi, biciclette, atmosfera rasta e tante piccole anse, una più bella dell’altra, tutte da scoprire. L’impatto al nostro arrivo è traumatizzato dalla presenza di mezzi motorizzati, ci sono taxi-pick up, furgoncini e autobus che ingombrano interamente la carreggiata, ma non mancano anche le bici, ancora oggi il mezzo più diffuso sull’isola, che crea un brulicante e colorato via via. La Digue è la base ideale per partire alla scoperta delle vicine isole di Grand Soeur, Cocos Island e Felicité, che presentano i fondali più ricchi in termini di flora e fauna marina.
Qui tutto prende poco a poco la forma di un ineguagliabile sogno tropicale: una villetta in stile coloniale in mezzo alla natura, una settimana in bicicletta e infradito e le giornate a caccia di spiagge: Anse Source d’Argent (la spiaggia considerata la più fotografata al mondo), la Tripletta di Grande Anse, Petite Anse e Anse Coco (dove si arriva solo attraversando un sentiero nella giungla – le spiagge di Petite Anse e Anse Cocos infatti sono raggiungibili solo a piedi) e la sera l’immancabile Anse Reunion, per godere delle ultime luci del tramonto, quando i numerosi pipistrelli frughivori, che abitano l’isola, iniziano a fare capolino.
In definitiva queste isole non sono isole per tutti ma sono adatte “a chi riuscirà a comprendere” come dichiarò il pirata François Olivier La Vasseur nel 1730. Il pirata, noto come la Buse, che prima di essere impiccato a La Reunion, lanció queste parole assieme a delle mappe raffiguranti le Seychelles. Tanti da allora hanno provato a interpretare quelle carte e andare alla ricerca di un tesoro perduto. Forse piuttosto il suo segreto non si nasconde da qualche parte fra queste isole, ma il vero tesoro sono le isole stesse.
INCONTRI: CON LE TARTARUGHE
Le Seychelles sono note nell’immaginario collettivo, fra le altre cose, per le tartarughe giganti di Aldabra. E quando si dice giganti non si scherza, considerando che possono raggiungere gli 80 anni e arrivare a pesare più di 400 kg. Questi rettili pacifici e silenziosi, il più delle volte ultracentenari, abitano a Curieuse e rappresentano uno dei primari motivi di interesse dei visitatori che si spostano sull’isola da Praslin, a caccia di nuovi scorci e luoghi di interesse. Sono oltre 500 le “vecchiette” che popolano l’isola, oggi Marine National Park, che comprende anche una piccola nursery per le tartarughe più giovani (affinché non finiscano schiacciate dal peso delle giganti).
L’incontro di cui voglio parlare tuttavia non è avvenuto a Ile Curieuse, sulla terraferma, bensì in mare. Quando meno te lo aspetti. La vita è fatta così del resto. Cosí mentre fai snorkeling attorno all’isolotto di Coco, contemplando centinaia di piccoli esseri colorati, passa sinuosamente LEI. La tartaruga marina ci guarda incuriosita e inizia a nuotarci attorno e noi con lei in una danza fra le onde fintanto che non veniamo interrotti da una voce decisa che spezza il silenzio: “Attenti, puó mordere!” Ci avvertono i locali dalla barca, ma noi restiamo almeno un paio di minuti ipnotizzati dai suoi movimenti placidi prima di vederla sparire in profondità dopo qualche boccata d’ossigeno. Due minuti infiniti di ricordi di mare e leggerezza tornano con noi in Italia per non abbandonarci mai più.
CUCINA: TANTO PESCE E PROFUMI CREOLI
La cucina delle Seychelles riflette il mix di culture e popolazioni che si sono incrociate al quarto parallelo a sud dell’Equatore. Protagonista indiscusso a tavola è chiaramente il pesce, declinato principalmente in due modi diversi: talvolta esaltato dalla griglia che ne evidenzia il sapore, talvolta quasi “coperto” dal curry. La spezia gialla la ritroviamo anche a insaporire piatti a base di verdure e carne, sempre accompagnati da riso e una fresca insalata dove non manca mai papaya e cipolla (occhio all’alito).
Davvero da non perdere è il platano fritto, che i locali, cosí come ormai tutti i visitatori, sgranocchiano quasi fossero patatine (durante il Festival Kreol di fine ottobre si trova anche chi lo frigge per strada).
A fine pasto arriva frutta esotica in genere: frutto della passione, piccole gustose banane e manghi a volontà. Infine, il rum locale, il Takamaka, per digerire il tutto.
Gli indirizzi da non perdere per “assaporare” le Seychelles:
– a Praslin:
il venerdì sera tutti al
St Pierre, il beach restaurant dell’Hotel Paradise Sun festeggia con la serata creola.
– a La Digue:
sono almeno due i ristoranti dove perdersi fra i sapori della cucina creola. Il primo è il
Ristorante Belle Vue, dove si gode di una vista impareggiabile di La Digue e della vicina Praslin (costo per persona 500 rupie comprese di taxi). Il secondo ma non per qualitá è
Chez Jules, facilmente raggiungibile in bicicletta o taxi, propone colorati piatti della tradizione locale vista mare (prezzi compresi fra i 300 e le 500 rupie cad).
VALIGIA: UNO ZAINO LEGGERO
Il segreto della buona riuscita di un viaggio spesso sta nella valigia. Quando questa poi si riduce ad uno zaino leggero, allora sì che è fatta. Chiaro che quando si attraversano le vette andine l’abbigliamento non potrà esser lo stesso di quello indossato in una meta tropicale, qui la leggerezza degli indumenti aiuta. Lo zaino alle Seychelles mi ha permesso fin da subito di essere autonoma e pratica. Immaginate cosa vuol dire trainarsi una valigia sotto un sole quasi equatoriale, magari lungo un semi-sterrato? Quanto all’uso della bici inoltre va da sé che gli spostamenti da una struttura all’altra sarebbero stati impossibili.
Alle Seychelles si viaggia leggeri anche in spiaggia. Bando alle ingombranti borse da spiaggia. Una sacca stagna (che agevola anche piccoli spostamenti in barca), qualche rupia per le spremute di frutta fresca, crema solare ad alta protezione, un buon libro a farvi compagnia e un asciugamano in microfibra sará tutto ciò di cui avrete bisogno. È sconsigliato infatti portare con sé portafoglio con contanti e documenti (specialmente il passaporto), meglio ricorrere alle pratiche cassette di sicurezza messe a disposizione dalla maggior parte delle strutture.
GUIDA ALL’USO: NO AL VISTO SÌ ALLA BICICLETTA
Una delle ragioni che fanno delle Seychelles una meta “facile” sta nel fatto di non aver bisogno di un visto per entrare, dunque del pagamento di qualsivoglia tassa per l’ingresso. Il vostro passaporto sarà semplicemente marchiato con un bel Coco de Mer in dogana e da lì scatta il countdown di 30 giorni di soggiorno turistico sulle isole (eventualmente estensibili).
Smarcata la questione visto, c’è sempre la questione viaggio, che non è esattamente breve (siamo sempre sulle 13 ore minimo, scali inclusi) anche considerando il fatto che non esistono charter. Tuttavia comodi voli delle compagnie Etihad o Emirates, con scalo a Parigi o negli Emirati, collegano l’emisfero australe con Roma e Milano avvicinando i nostri mondi.
Per gli spostamenti fra le isole invece si ha ampia scelta: Cat Cocos, la compagnia di catamarani veloci ad esempio collega le isole principali (Mahé, Praslin e La Digue) con un servizio agile e ben organizzato, mentre fra Mahé e Praslin esiste anche la possibilità di accorciare le distanze in aereo con un volo domestico.
Quanto agli spostamenti fra le isole più vicine infine ci si può pur sempre affidare ai beach boys e alle taxi boat che, laddove possibile, verranno a “prelevarvi” proprio davanti alla vostra villetta sul mare (a noi è successo).
LIBRI E FILM: SPIAGGE DA NAUFRAGHI
Ricordate Cast Away (2000), il film diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Tom Hanks? Le scene raccontano le avventure di Chuck Noland, dirigente operativo della FedEx in viaggio verso la Thailandia, naufrago su un’isola deserta. Nell’immaginario collettivo il film è stato girato interamente a Monuriki, paradisiaca isola dell’arcipelago fijiano (da qui il nome della vicina isola ribattezzata proprio Cast Away dal nome del film). Al contrario parrebbe che alcune scene della pellicola siano state girate anche alle Seychelles e, in particolare, sulla spiaggia Anse Source d’Argent, conosciuta anche come spiaggia più fotografata al mondo. Basterà mettervi piede per provare quella sensazione da naufrago che stavate cercando proprio qui alle Seychelles.