Ci siamo spinti verso una delle località di punta della Valtellina, il c.d. Piccolo Tibet, a bordo di una Opel Mokka rosso fiammante. Livigno ospita proprio in questi giorni La Skieda, occasione dedicata a tutti gli appassionati di telemark per riunirsi, far sport e festeggiare nell’allegria della montagna.
Sono a 1816 m di quota fra il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Nazionale Svizzero. Mi trovo a Livigno per festeggiare in occasione de La Skieda, il festival del telemark (apro e chiudo solo una piccola parentesi sul telemark che, solo per chi non lo sapesse, è lo sci a tallone libero, antenato del nostro attuale sci), con le amiche guide Bruno Mottini, Giuliano Bordoni e poi lui, Massimo Braconi, freerider e telemarker professionista protagonista de I Diari del Brac.
La sveglia suona presto nell’Hotel Piccolo Mondo e mi affaccio subito ad ammirare il Grande Mondo della montagna che mi attende là fuori. I 3000 metri delle montagne che mi circondano mi incantano regalandomi un senso di pace infinito interrotto solo quando qualche ora dopo mi trovo ad osservare una valanga che si srotola giù con incurante naturalezza (e per fortuna senza conseguenze per persone o cose). Sono con le guide di Livigno sopra i 2500 metri ed è la mia prima volta sulle pelli, accompagnata da tutte le dotazioni di sicurezza possibili (pala, artva e sonda).
Per una “signorina” pellare non è cosa da poco: ci vuole tenacia, fiato, assenza di vertigini, ma soprattutto passione. Siccome sono dotata di tutte queste messe assieme, non ho fatto fatica a salire. Assistita dalla professionalità e dalla pazienza di Bruno e il Brac, che mi hanno seguita ad ogni passo, arrivo fino alla cima senza problemi. “Che vista ragazzi da quassù. Bello eh, ma ora come scendo?!” La risposta è una e semplice: “Si scende!”, con tutta la fiducia possibile sulle proprie gambe e sugli sci, ma si scende in qualche modo.
La discesa dai 3000 metri ai 1800 della valle, non stento a dirlo, è stata una delle sfide più impegnative della mia vita. La montagna da un lato e io dall’altro a botte di resistenza. La montagna da una parte che non vuole essere “violata”, il fisico che inizia a cedere curva dopo curva. Chi l’ha avuta vinta? La montagna ovviamente! Perché in paese sono arrivata grazie a Diego, un angelo custode che mi ha scortata nell’ultimo km quasi in piano oramai, ma per me più invalicabile di un 3000 metri!
Nonostante riconosca che l’esperienza sia fattibile (se volete qualche contatto di guide esperte per farvi accompagnare sono a disposizione), al tempo stesso sono convinta di aver decisamente superato la mia “comfort zone”. Adoro la montagna non fraintendetemi, ma a volte la montagna non adora noi e trova il modo di farsi rispettare.
Un ringraziamento a Livigno, all’ufficio del turismo e a tutta l’organizzazione de La Skieda per avermi fatto vivere questa esperienza indimenticabile. Ora vi lascio come sempre con i miei appunti di viaggio:
1) IT’S SKIEDA TIME
La Skieda, il festival internazionale di Telemark, è un appuntamento imperdibile per gli amanti dello sci a tallone libero e della montagna, che si rinnova da 22 edizioni. Dal 2 al 9 aprile 2016, per un’intera settimana, il cosiddetto Piccolo Tibet si è affollato di appassionati e curiosi. L’evento richiama infatti ogni anno migliaia di persone da tutta Italia e non solo, la partecipazione dall’estero è infatti particolarmente consistente e raggiunge anche il 70% fra gli sportivi. In questi giorni Livigno diventa l’ombelico del mondo in un mix perfetto di culture, passioni e lingue.
Tra le occasioni da non perdere nella settimana de La Skieda: la rievocazione storica del telemark in costume e la “transumanza” fra un rifugio e l’altro per un percorso che va dalla colazione alla merenda. Una manifestazione tipica che si svolge in Val Federia, la vallata di Livigno che conduce fino in Svizzera e che ricorda lo spostamento stagionale delle greggi e dei pastori verso gli alti pascoli andando alla scoperta delle antiche baite, le c.d. Tee, (accessibili solamente in questa occasione essendo strutture private).
Sicuramente un’iniziativa che incuriosisce e che risveglia anche l’interesse per i non appassionati, complice l’eccellente organizzazione dell’evento e una cornice naturale d’eccezione. Restiamo in attesa di scoprire le sorprese che ci riserverà la prossima edizione…
Per maggiori info: http://skieda.com.
2) IL COMPRENSORIO SCIISTICO
Le montagne che avvolgono Livigno creano un “set” perfetto per tutti gli sport invernali: sci, sci nordico, snowboard e telemark. Qui si scia infatti da fine novembre a inizio maggio su oltre 115 chilometri di piste collegati da 30 impianti di risalita. Sono queste stesse montagne che d’estate si dipingono di un verde abbagliante interrotto solo da qualche sentiero per i mountain biker (qualche per modo di dire dal momento che si snodano per 3.200 chilometri) e sciolta la neve si riscoprono laghi, pascoli e nuovi profumi sopiti nella morsa del freddo. Da non perdere lo Skipass Free: un soggiorno in hotel di almeno 4 notti entro il 1 maggio 2016 per aggiudicarsi lo skipass gratuito (https://www.livigno.eu/skipass-free).
3) DOVE NASCONO I PIZZOCHERI
Se il viaggio verso Livigno può preannunciarsi troppo lungo (da Milano ad esempio si oscilla dalle 3 ore alle 3 ore e 30 di macchina), la cosa migliore da farsi è trovare una scusa per una pausa lungo via e i Pizzoccheri di Teglio sono senz’altro una buona scusa!
Teglio si trova nel cuore della Valtellina e rappresenta l’abitato che ha dato il nome alla Valle. Non solo, questo piccolo borgo è anche la patria del gustosissimo pizzocchero. Piatto creato dopo l’introduzione del grano saraceno in Valtellina nel 1600. Nella ricetta tradizionale troviamo: farina di grano saraceno appunto, farina bianca, formaggio Valtellina Casera DOP, Parmigiano, verze, patate e 2 preziosi ingredienti segreti: 50 grammi di burro a testa (giuro ho detto 50 gr abbondanti peraltro!) e un paio di spicchi d’aglio, che andranno poi a farsi rosolare nello stesso burro. Ho già fame…
Per apprezzarli dal vivo a Teglio basta fermarsi al Ristorante La Galeda, in via Roma 8, che interpreta perfettamente i sapori e la tradizione locale a prezzi più che modesti. Provare per non dimenticare.
4) W LO SHOPPING
C’è chi ama definire Livigno come un grande shopping mall a cielo aperto. La definizione è del tutto calzante! Livigno presenta infatti ben 250 negozi sul suo territorio. Ce n’è per tutti i gusti in termini di prodotti e brand, anche se la gran parte di loro sono di livello medio-alto quindi riservati solo a pochi eletti, ma almeno gli acquisti sono duty-free. Per questo conviene!
L’indirizzo da non perdere per gli “shopping addicted”? In realtà sono 2: via Plan e via Ostaria e in un attimo ci si trova catapultati in una sorta di via Ceccarini ad alta quota!
Da non perdere: un bel pieno del serbatoio della macchina a poco più della metà del prezzo convenzionale. Eh già perchè qui conviene tutto, carburante, zucchero e caffé compresi. Fate scorta, nei limiti del consentito…
5) CAMPACIOL E LA SUA CHIESETTA
Uno degli scorci di Livigno che porto nel cuore è quello della chiesetta dedicata a San Cristoforo in località Campaciol. Una piccola cattedrale nel deserto di neve e una vera e propria visione dopo la mia prima esperienza sulle pelli. Tanto da essersi beccata da me un paio di ringraziamenti e invocazioni rivolte al Padre Eterno!
Nonostante lo stile apparentemente antico, stupirà la recente costruzione risalente all’anno 1984, che avvenne addirittura per volontà di un’associazione di automobilisti e trasportatori di Livigno affinché San Cristoforo li proteggesse nella loro attività.
Così presa anche la benedizione del Santo, posso solo dirmi pronta a ripartire a bordo della mia Opel Mokka, si torna in valle, lasciandoci la montagna alle nostre spalle e forse con lei anche quest’inverno insolito, volato troppo in fretta…