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#TRAVELOVERALPS FA TAPPA A CAMPIGLIO

Mentre tutti si lamentano per la mancanza di neve e fuochi di Capodanno (siamo ad alto rischio incendio e molti comuni hanno optato per l’astensionismo), decido comunque di partire per la prima tappa di #traveloveralps. Voglio scaldare i motori della mia Opel Insignia Country Tourer e testarla quantomeno sul ghiaccio, se non sarà possibile sulla neve (test drive perfettamente riuscito)!

#traveloveralps

è un progetto che nasce per dare omaggio alle nostre Alpi a bordo del veicolo targato Opel e mi vedrà impegnata il prossimo inverno attraverso il nostro territorio alpino. Protagonista assoluta quindi la montagna, gli sport invernali e il mangiar bene, anche perché il movimento porta appetito.

Campiglio apre le danze come prima tappa e questi 5 frammenti della mia esperienza serviranno quindi come spunto per chi, come me, vorrà raccogliere qualcosa in più da un semplice soggiorno sulle Dolomiti di Brenta. 5 percorsi ed esperienze da vivere con gli occhi o col gusto, per assaporare qualcosa di diverso e tentare di andare oltre la mondanità di Campiglio, che offre già un ricco programma con eventi in piazza, fiaccolate (imperdibile quella che si svolge il 1 gennaio) e servizi per tutti i tipi di esigenze. Pronti a partire? Serve solo una macchina, un po’ di amore per la natura alpina e un pizzico di curiosità. Si comincia con la cornice nel Parco Naturale Adamello Brenta.

 

Dolomiti di Brenta

Siamo nella più occidentale catena che porta il nome di Dolomiti, le conformazioni rocciose sorte 250 milioni di anni fa e famose in tutto il mondo per essere state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Un altro dei gioielli indiscussi del nostro paese. Le Dolomiti di Brenta si estendono per circa 43 km di lunghezza e 12 di larghezza compresa tra le Valli Giudicarie, la Val Rendena, la Val di Sole e la Val di Non. Brenta deriva dal dialetto locale “brenta” appunto, che significa catino in legno, per la somiglianza dell’oggetto con le strette valli che si formano ai piedi delle sue cime. Fra le vette principali, rigorosamente oltre i 3000 m, troviamo la Cima Rosa, la Cima Brenta e il Crozzon di Brenta. Per ammirarle in tutto il loro splendore senza sforzo, basta accostare sulla destra ad un chilometro circa da Madonna di Campiglio venendo dalla Val Rendena. Quello che si staglia davanti a questo meraviglioso punto panoramico è il Gruppo del Brenta in tutto il suo splendore, bello anche la notte sotto la flebile luce della luna.

Muniti di una bella mappa e di un’intera giornata davanti da dedicare al trekking il Giro dei 5 Laghi è il più consigliato da queste parti, anche perchè il sentiero si snoda fra i Laghi Nambino, Serodoli, Gelato, Lambin e Ritorto, di mirabile bellezza sia d’estate che d’inverno.

L’assenza di neve e le condizioni meteo favorevoli spingono le Guide alpine di Campiglio (http://www.guidealpinecampiglio.it), che ci scortano in questo trekking snello, a percorrere la strada che conduce fino al:

Lago Ritorto

Ci si arriva dopo aver lasciato la macchina direttamente a Madonna di Campiglio ed essere saliti dagli impianti dei 5 Laghi. Il sentiero, altrimenti non praticabile in presenza di neve, ci impegna per circa 3 ore, alla quale sommiamo una sosta nell’omonima Malga per un panino al volo. Questo giro offre diversi punti panoramici sulle Dolomiti di Brenta, l’attraversamento di qualche bel boschetto di larici, nonché l’incontro con l’omonimo lago situato a 2.055 m di quota. Parlo di incontro volutamente perchè ho sentito la voce del Lago. Avete capito bene, la voce del lago: con gli scricchiolii e gli assestamenti dello spesso strato ghiaccio che riecheggiavano nella valle propagando nell’aria un rumore profondo e cavernicolo. L’ultimo regalo di questo sentiero è tuttavia la luce del tramonto che arriva diretta sulla Malga Ritorto per poi riflettersi sulle pareti rocciose che ormai volgono al rosa.

Partendo da Madonna di Campiglio e con poco tempo a disposizione è imperdibile una sosta al

Lago Nambino e omonimo rifugio

Il primo dei bacini normalmente menzionati quando si parla del percorso dei 5 Laghi. Per arrivarci si lascia la macchina proprio nel parcheggio di Piana di Lago Nambino e si prosegue a piedi. Mezz’ora poco più, nel bel mezzo di un bosco di abeti rossi in salita graduale, e arrivati alla sommità sembra di aver aperto la Porta di Narnia: nella valle c’è solo il rifugio, il lago, al momento ghiacciato, e, a detta della leggenda, un drago nascosto sotto le sue acque.

Il paesaggio ghiacciato presso il laggo NambinoIl Rifugio Lago Nambino (http://www.nambino.com) è stato inaugurato, nel 1933 dalla famiglia Serafini, che ancora oggi tramanda il lavoro e la passione di generazione in generazione. Aperto in estate così come d’inverno è sempre un punto di riferimento per chi ama la montagna, la quiete, la genuinità dei piatti e un ambiente familiare per una comoda soluzione di ristoro lungo il sentiero dei 5 Laghi. Non mi addentro nelle camere perchè già dotata di alloggio più a valle, ma mi dicono essere molto graziose, con arredi ovviamente in legno, letti a baldacchino, e una personalizzazione curata nei dettagli. Ci sarebbe da farci un pensiero per il prossimo S.Valentino!

Che sia estate o che sia inverno le Cascate Nardis, sono sempre lì, libere, così come intrappolate dal ghiaccio. Uno degli spettacoli più belli che possa regalare la

Val di Genova

Test drive in Val di GenovaIntorno non c’è neve, o almeno, c’è solo qualche fiocco di neve qua e là, ma qui sembra tutto immacolato, quasi come se un incantesimo l’avesse trattenuta dipingendo il panorama di un bianco candido. Mi avvicino con la mia Opel Insignia Country Tourer provando la gioia della guida sicura su ghiaccio e neve e lascio l’ultima parte del percorso ai miei piedi (d’inverno il Comune di Carisolo sbarra il passaggio ai veicoli per motivi di sicurezza).

Lasciandomi alle spalle le cascate riprendo la strada per tornare a Carisolo e a lato della strada noto numerosi cartelli verticali che richiamano la mia attenzione. Segnalazioni? Informazioni sul Parco Adamello Brenta? Mi avvicino bene perchè la mia vista da lontano fa spesso cilecca e noto che le Cascate in realtà vogliono solo lasciarci con delle parole che continuano a frullarmi per la testa:

“Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia. Incominciala adesso. J. Orton”.

Un viaggio nel sapore

di questa terra significa una scoperta dell’alta qualità delle materie prime, soprattutto latte, formaggi, carne, funghi e molto altro. Io che sono buongustaia, quando vengo a Pinzolo-Campiglio, non posso non cedere alla tentazione della cucina tipica e normalmente vado al Ristorante di Pinzolo Magnabò, per dar libero sfogo alla mia gola, anche perché qui si trovano praticamente tutti o quasi i piatti della tradizione e il prezzo è più che onesto (con 30€ si mangia abbondantemente in due persone).

Mi rendo conto certo che quello del ristorante sia un piacere del tutto effimero. Per rimediare dunque, prima di ripartire, non mi faccio mai mancare un appuntamento con la Casa del Tortellino, in via S. Lorenzo, 13 a Pinzolo, il regno della pasta fresca! Simone, il proprietario prova a spiegarmi la differenza fra canederli, gnocchi verdi, strangolapreti, ecc. Non ci capisco molto perché mi sembra che lo gnocco sia uguale allo strangolaprete e a vederli lì così mi sembrano tutti buoni, quindi ordino a vista un assaggio per tipo e faccio prima. Il goloso acquisto viene consegnato in pratiche vaschette di alluminio che possono essere consumate in pochi giorni se tenute in frigo o conservate più a lungo nel freezer. Io li cuocio per lo più al burro con una spruzzata di parmigiano per assaporarne bene il gusto. È quella nota di sapore che serve per portare un po’ di montagna anche a casa e prolungarne il piacere e il ricordo. Buon appetito a tutti!