Per decidersi a partire serve solo un po’ di spirito d’avventura (q.b.), amore per la natura incontaminata (tanto) e curiosità. 9 isole e oltre 1700 vulcani per un arcipelago immerso nel cuore dell’Oceano Atlantico, paradiso di biodiversità. Venite con me alle Azzorre, a caccia di bellezza fra Terceira e Sao Miguel.
IMPRESSIONI: DA TERCEIRA A SAO MIGUEL
Volo Tap Portugal 1827, 2 ore e 30 minuti da Lisbona e sbarco a Terceira, prima tappa di questo mio viaggio alle Azzorre. Conosciute da molti solo per il fenomeno dell’omonimo anticiclone che qui si genera (tanto da non saper assegnar loro un posto sulla cartina), le Azzorre sono uno degli arcipelaghi più belli del nostro continente, se non del nostro pianeta stesso,
9 isole di origine vulcanica che sembrano comparire dall’Oceano quasi per magia, avvolte nella leggenda di Atlantide e da tradizioni che faticano a cedere, in bilico fra mare e montagna. Territorio portoghese fin dalla loro scoperta (intervallata solo da qualche “invasione” fiamminga, inglese o spagnola), le Azzorre sono isole lontane ma allo stesso tempo vicine al continente e incarnano il sogno del viaggiatore solitario, avventuriero, amante dei confini più remoti.
Si viene fin qua principalmente perchè si ama la natura e la tranquillità ma anche per fare esperienze di whale watching, trekking, surf, nuotare con i delfini e respirare autenticità.
Le Azzorre il cui nome secondo alcuni viene proprio da “azures” (plurale di azzurro), a causa del colore dominante, sarebbero da visitare con calma concedendosi qualche settimana per fare un po’ di zapping fra le isole, gite in barca e passeggiate in mezzo al verde. 9 isole, 9 identità, 9 caratteri, quasi fossero 9 sorelle che si assomigliano ma non troppo.
Mi sono soffermata sulle isole più grandi e più vicine, consapevole che perdere le più remote sarebbe stato un peccato, ma conscia anche del fatto che il tempo a disposizione sarebbe stato poco e che nella mia vita un giorno qui sarei tornata,ancora prima di partire…
Il mio viaggio inizia così da Terceira, la terza isola ad essere scoperta dai portoghesi.
Contenuta nelle dimensioni, sonnolenta e quasi riservata, Terceira è in realtà un’isola che vale la pena di essere vissuta, sebbene di passaggio, non foss’altro che per ammirare la bella Angra do Heroismo, cittadina dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, e le sue grotte, tutte da scoprire. Angra si snoda tutta fra il porto e la collina in un tortuoso sali e scendi, dominata dal Monte do Brasil, ed è caratterizzata da strade lastricate e edifici dai toni o dalle finiture pastello, in perfetto stile coloniale. Splendida la piccola chiesetta di Sao Gonçalo (risalente al 1542), con gli azulejos alle pareti che raccontano la fuga di Giovanni dall’Egitto. Quanto alle grotte, assolutamente da visitare, l’Algar do Carvao. Un cono vulcanico che conduce ad una grotta formatasi anch’essa per l’eruzione di un vulcano e ricoperta di vegetazione, fino laddove arriva la luce.
Dall’isola di Terceira mi sposto dunque con un turbolento traghetto fino all’isola più grande, l’isola di Sao Miguel (sotto il termine “turbolento” soggiace una faticosa traversata fatta di pene gastriche che evidentemente sorvolerò). Dopo quattro ore di navigazione, tocco finalmente terra nella marina di Ponta Delgada ringraziando il cielo, quasi fossi naufraga.
È a Sao Miguel che si inizia davvero a far sul serio. Per quanto si possa esser preparati sulle Azzorre infatti difficilmente è possibile comprendere il fascino di un’isola come questa: il cammino attorno alle Sete Cidades, dove i crateri hanno ceduto il posto a immensi laghi, il calore delle fonti termali naturali a Furnas, le scogliere a picco abbellite da qualche faro (come quello di Nordeste), le spiagge nere vulcaniche come quelle di Ribeira Grande, le foreste esotiche con tanto di felci arboree, i fiori, le piantagioni di tè, ananas e il mare, tantissimo mare.
Aggiungo così una nuova bandierina sulla mia mappa proprio su due di quei puntini sparsi nel cuore dell’Oceano Atlantico e se ancora non vi ho convinto, leggete un po’ la lista di “Isole da visitare” stilata da National Geographic http://traveler.nationalgeographic.com/2007/11/nd07placesratedislands.pdf. Le Azzorre si aggiudicano un meritato secondo posto, con nota al merito per il turismo sostenibile. Buon viaggio a tutti!
INCONTRI: SORRISI E CURIOSITA’
João si avvicina verso di me col sorriso sulle labbra e mi dà il benvenuto all’Hotel Marina Atlantico di cui è direttore. Il suo look è impeccabile, almeno tanto quanto l’hotel che gestisce. Un pianista ci accompagna dal vivo con dolci note e ci scorta fino ad uno dei tavoli del ristorante finemente apparecchiato. Ha deciso di trascorrere tutta la serata con me per svelarmi la sua terra. Parla italiano senza esitazioni, la conversazione è arricchita da cenni letterari e storie vissute in prima persona. Io lo sommergo di domande, approfittando della sua disponibilitá.
Scopro che alle Azzorre ci sono tante mucche quanti abitanti, che le previsioni meteo non vengono ritenute affidabili causa variabilità climatica, che gli azzorriani sono sì isolani, ma si sentono anche Portoghesi a tutti gli effetti. Non solo, sembra che le ondate migratorie del secolo scorso si siano in larga parte arrestate cosicché anche la popolazione più giovane trova occupazione e non abbandona la propria terra d’origine (impegnandosi prevalentemente nel settore lattiero, nella pesca e nel turismo).
Un altro paio di curiosità? Gli azzorriani adorano il web e vivono letteralmente attaccati ad internet: tanto sono isolati, quanto più vogliono trovare un “ponte” col resto del mondo. Non ultima e non meno importante la loro passione per i picnic! Ci sono tavoli e barbecue attrezzati in tutti i parchi e in tutti gli anfratti delle isole, anche a bordo strada (tanto che il pranzo a sacco risulta sempre una valida soluzione, salvo in caso di pioggia).
“E gli italiani? Vengono gli italiani alle Azzorre?” La risposta è un secco “No. Sono un caso raro”. “Peccato”, dico io. Per fortuna qualche giornalista e curioso avventuriero si è spinto fino a queste isole lontane e di queste ha pure riportato in racconti, guide, romanzi. Della serie che, chi viene sin qui, si innamora e poi è difficile allontanarsi dal ricordo… “Ma cosa rende un viaggio alle Azzorre così speciale?”, “Innanzitutto l’accoglienza che viene riservata al visitatore, la natura varia ed esplosiva, la varietá del paesaggio, una cucina ottima e genuina”, spiega João. Tutto troppo vero. “Voi italiani siete troppo presi dall’afflusso turistico”, continua “Tanto che a volte non riuscite più ad aver tempo per essere simpatici”. Vero anche questo purtroppo…
CUCINA: LATTE E PESCE A VOLONTA’
La produzione lattiero-casearia e l’allevamento bovino costituiscono una delle voci più importanti nel bilancio delle Azzorre. Rapporto mucche abitanti infatti è sconvolgente ed è incredibile pensare che per tutti questi animali c’è un angolo riservato di terra dove pascolare all’aria aperta. Potete dunque solo immaginare l’inenarrabile bontà di latte e derivati.
Incredibile la torta di latte che ho provato una mattina nella Pousada Forte Sao Sebastiao. Un dolce semplice ma sostanzioso, il cui sapore mi riporta a casa, dove c’è mamma che sforna il bostrengo.
Il bostrengo o bustreng è uno dei dolci tipici romagnoli più famosi (sebbene sia diffuso anche nelle Marche) e ogni famiglia tramanda gelosamente la sua ricetta. Al di là degli ingredienti base, si sprecano le varianti. C’è chi ci mette la farina di castagne, chi di mais, chi la arricchisce con fichi, mandorle o pinoli
Io l’adoro semplice così: 1 litro di latte, 7 cucchiai di farina, 5 cucchiai di zucchero, 2 uova, mezzo etto di burro e scorza di un limone grattugiata
Basta far bollire il latte, lasciarlo intiepidire e aggiungere tutto il resto un po’ alla volta. Mescolare bene tutto, versare l’impasto in una teglia da forno bassa ben imburrata e lasciar cuocere per circa 50 minuti a 180° gradi. Quindi sfornare e cospargere di zucchero a velo.
Tuttavia non si può dire di aver vissuto un’esperienza culinaria alle Azzorre senza aver provato i frutti del suo mare. Se siete amanti del pesce quindi ritagliatevi lo spazio per una cena nel piccolo villaggio di Ribeira Quente presso il Ristorante Ponta do Garajau (http://restaurantepontadogarajau.com/en/) una graziosa trattoria di solo pesce o quasi, aperta solo da aprile a ottobre. Il ristorante offre squisiti piatti di pesce freschissimo, con un menù che risente giustamente della disponibilità del pescato. Servizio pronto e cortese, prezzi accessibili e un’atmosfera accogliente e romantica a soli 6 km da Furnas. Iniziate dai gustosi lapas, molluschi tipici delle Azzorre, per aprire le danze, e finite con incredibili pesci alla griglia. La mia dritta? Lasciatevi consigliare senza esitazioni dagli stessi proprietari.
GUIDA ALL’USO: VOLI, HOTEL, MACCHINA E GITE
I viaggi si possono improvvisare e vivere all’avventura day by day. Ma c’è sempre qualcosa che non è possibile omettere prima della partenza: l’acquisto del biglietto aereo ad esempio e qui la facciamo facile, perché ho volato con Tap Portugal, vettore aereo che si sta aggiudicando un posto sempre più importante nel panorama internazionale.
Il volo
Con TAP Portugal voli giornalieri diretti da Lisbona verso Terceira e Ponta Delgada (Sao Miguel) con partenze da Roma, Milano, Bologna e Venezia (www.flytap.it). Le tariffe a/r a partire da € 250 circa tutto compreso, includono pasto a bordo, bagaglio in stiva max 23 kg + max 8 kg a mano. Check-in online e mobile check-in da 72 ore fino a 90 minuti prima della partenza del volo, con carta d’imbarco da stampare o mostrare da dispositivo mobile. Free app per info su volo e destinazione scelti e, novità, notifiche automatiche via e-mail e sms sui voli acquistati. Maggiori info in agenzia viaggi o call center TAP tel. 02.69682334.
Altrettanto una buona idea è quella di prenotare gli hotel ancor prima di partire, non tanto perchè qui sia difficile trovar posto (diffidate di chi vi dice che da giugno o settembre non troverete posto perchè è alta stagione), le Azzorre non conoscono i flussi di turismo che invece troviamo normalmente nelle località europee continentali.
Lista di hotel testati e consigliati
A Terceira: a braccetto con la storia nella Pousada Forte Angra do Heroismo (http://www.pestana.com/en/hotel/pousada-angra)
Le tende svolazzano incontrollate in risposta al vento, le accompagnano il grido dei gabbiani e il fragore del mare che si abbatte sugli scogli. Siamo al Forte de Sao Sebastião, struttura realizzata nientedimeno che da un ingegnere italiano, Tommaso Benedetto, per volere della Corona Portoghese nel XVI secolo in difesa di Angra de Heroismo che esso sovrasta. Oggi accoglie un hotel una struttura di livello, dotata di tutti i comfort, ad un passo dal porto e dalla città.
A Sao Miguel: fra il porto di Ponta Delgada al Marina Atlantico (http://www.bensaude.pt/hotelmarinaatlantico/en/) e il Parco Terra Nostra di Furnas (http://www.bensaude.pt/terranostragardenhotel/en/).
La scelta potrebbe essere difficile fra le due location. Nel dubbio, optate per entrambe. Il primo è l’hotel comodo per definizione: per la posizione direttamente sul porto, i servizi offerti, il parcheggio e per la struttura moderna in stile vagamente marino. Mentre per il Terra Nostra Garden Hotel, avrei bisogno di un capitolo a sé stante. Tuttavia basti pensare che è considerato il migliore hotel delle Azzorre e ha ricevuto il Certificato di Eccellenza di Tripadvisor proprio quest’anno. Che altro? Dal suo interno si accede direttamente al Parco Terra Nostra, con la sua piscina termale, una delle “attrazioni” più ricercate dell’isola.
In macchina
Per garantirvi maggiore autonomia possibile sulle isole, assicuratevi di prenotare una macchina a noleggio, magari già da casa in modo da abbreviare i tempi: https://www.ilhaverde.com. Ilha Verde è la società locale di autonoleggio, affidabile e onnipresente (fra porti, aeroporti, e location d’interesse). I veicoli base a partire da 45€ al giorno.
In mare
Al di là dell’esperienza in traghetto che sconsiglierei (non per nulla i biglietti erano in sconto speciale quando li ho acquistati!), imperdibile è una sessione di whale watching e un’esperienza a tutto oceano. Picos de Aventura http://picosdeaventura.com organizza gite dalle 3 ore in su per tutti i gusti: osservazione di cetacei (se ne contano ben 27 specie in questi mari), bagno con i delfini ed esplorazione dei luoghi di interesse lungo la costa, con pacchetti fino a 9 ore di tour. Fra questi è compreso quello che conduce a Vila Franca do Campo, col suo spettacolare isolotto dove potersi immergere nelle acque di un vulcano estinto.
IN VALIGIA: DA PORTARE E DA “ESPORTARE”
Fondamentale la cura nella preparazione della valigia per un viaggio come questo, in cui il tempo è mutevole ed è la natura a scandirne il ritmo. Fondamentale anche se non si vuole passare le giornate chiusi nei centri commerciali per acquistare il necessaire (esiste infatti anche una Decatlon proprio a Ponta Delgada). Non potranno mancare quindi in valigia: un poncho o una giacca antipioggia, una felpa, un pantaloncino sportivo, scarpa da trekking e uno zaino dotato di copertura impermeabile.
Da esportare invece? Il té e poco altro purtroppo, al pesce e al latte dovrete, volenti o nolenti, rinunciare.
LIBRI E FILM: ROMANZI E RACCONTI
Ci sono due libri che meritano una lettura attenta se l’intento è quello di ispirarsi a partire o semplicemente alimentare ancor più la curiosità per questo gruppo di isole ancora da troppi sconosciuto.
Il primo, “La donna delle Azzorre” dI Romana Petri pubblicato nel 2001 (al momento purtroppo fuori catalogo nelle librerie) e “La signora di Porto Pim” di Antonio Tabucchi (1983). Due libri molto diversi, ma quasi accomunati dal titolo per uno scherzo del destino.
Colpisce questo passaggio iniziale di A.Tabucchi sulle isole, prima che l’opera si declini nei racconti a proposito di naufragi e baleniere:
“Dopo aver veleggiato per molti giorni e per molte notti, ho capito che l’Occidente non ha termine ma continua a spostarsi con noi, e che possiamo inseguirlo a nostro piacimento senza raggiungerlo mai. Così è il mare ignoto che sta oltre le Colonne, senza fine e sempre uguale, dal quale emergono, come la piccola spina dorsale di un colosso scomparso, piccole creste di isole, nodi di roccia perduti nel celeste”
E continua discorrendo su Sao Miguel:
“La prima isola che s’incontra vista dal mare è una distesa di verde e nel mezzo vi brillano frutti come gemme, e a volte strani uccelli dalle piume purpuree si confondono con essi.” Del resto, come spiega in un’altra sua opera: “Non è mai solo ‘quel’ luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. E un giorno, per caso, ci siamo arrivati.”