Un viaggio ad Alagna Valsesia significa molto di più che tornare a incontrare una manciata di amici, gustare l’inimitabile toma, sfiorare le pendici delle vette del Monte Rosa. Tornare qui significa vivere in simbiosi con la natura.
IMPRESSIONI: NELLE MANI DI MADRE NATURA
Tutte le volte che si parte per una nuova avventura si deve mettere in conto una buona dose di variabilità legata al meteo, soprattutto se si tratta di montagna. Io ho fatto proprio così. Ho preparato una valigia variabile, proprio come il tempo, e sono partita.
Ad Alagna Valsesia ero già stata in occasione delle selezioni di Donnavventura del 2013 e l’ambiente era per lo più familiare. Allora mi ero fermata a Pianalunga (2050 m) e stavolta volevo superare il mio “record” e raggiungere una delle vette del Monte Rosa, la Punta Gniffetti. È qui che si trova il Rifugio più alto d’Europa, il celebre Rifugio Margherita (4.554 m), inaugurato nel lontano 1893 proprio alla presenza della regina Margherita (la prima donna che scalò la vetta del Rosa).
Prendiamo dunque gli impianti ad Alagna e iniziamo a salire, gradualmente ma inesorabilmente. Tocchiamo prima i 2050 m, poi i 2936 e infine i 3260, così che inizia a mancare il respiro. Non è tanto per la quota e la mancanza di ossigeno. Quanto più per il fatto di essere lì ed avere il privilegio di ammirare il mondo dall’alto. Sono solo le 2 del pomeriggio ma dobbiamo metterci in cammino verso il Rifugio Gniffetti, prima nostra tappa. La camminata dura un paio d’ore, fintanto che la nebbia non avvolge tutto come un manto che rende invisibili le cose. Il Rifugio è lì, proprio ad un passo da noi e mancava poco che non lo scorgessimo, tanto era avvolto nella nebbia. Come un sipario, la nebbia si alza e lo svela.
Restiamo avvolti nel caldo del legno per una sera e una notte intera. Il letto in camerata è a castello e mi ricorda quando ero piccola, ma il tempo non perdona e la montagna è sconvolta da una tempesta inesauribile. Fulmini e saette interrompono la notte e al risveglio tutto è coperto nuovamente dal manto bianco della neve, che non ha resistito dal farsi notare, neanche in questa notte di mezza estate. Delle tracce è rimasto solo un lontano ricordo.
L’appuntamento col Rifugio Margherita e con la vetta è quindi annullato, anzi, rimandato. Spero di poter tornare presto e potervelo raccontare fino all’ultimo passo e fino all’ultimo fiato. Del resto, come disse Christian Kuntner, noto alpinista altoatesino:
“La montagna è come un amore: se sei respinto, è meglio tornare in basso e non insistere.”
INCONTRI: SAPORE D’AVVENTURA CON MICHELE
Michele Cucchi, detto “Il Lungo” (non a caso), classe 1970, è protagonista del mio incontro in Valsesia. Lui non fa la guida alpina. Lui è una guida alpina, come ama ricordare. Michele si occupa di soccorso e ha partecipato a varie spedizioni, di bianco vestite, in tutto il mondo. Vanta un’esperienza e capacità davvero invidiabile nel panorama italiano e mondiale. Non ultima la spedizione in Pakistan, per raggiungere la vetta del K2 nel 2014. Obiettivo raggiunto.
Delle sue gesta avevo già sentito parlare, ma è la prima volta questa che lo incontro e ho la fortuna di farlo, nientedimeno che nella cornice della sua accogliente casa, mentre è alle prese con la cucina e la figlia di 6 anni. Incredibile, sembra cavarsela bene anche in questo ambito!
Michele è anche un padre premuroso e attento e altrettanto lo è per tutti i temi che sfiorano la montagna, che oramai conosce come le sue tasche. “Ne ho viste tante”, ci confessa.
Il profumo di montagna, il fuoco scoppiettante e l’atmosfera di casa Cucchi sono uno dei ricordi più vividi della mia “puntata” in Valsesia. Chi l’ha detto che l’ospitalità si trova solo al sud? Michele, assieme alla compagna, ha aperto le porte della sua casa qualche anno fa e ora, il loro b&b (v. sotto), è un punto di riferimento per chi si trova diretto ad Alagna Valsesia.
CUCINA: A CENA CON LE DELIZIE DI CORRADO
Siamo in località Pedemonte (alle porte di Alagna Valsesia), presso l’Hotel La Montagna di Luce, nel ristorante omonimo. Questo è il regno del cuoco Corrado e della delizia. Pochi posti a disposizione, ma il locale è tanto più raccolto, quanto curato e caratteristico. Una vera gemma che arricchisce il panorama gastronomico di Alagna.
Premesso che nell’ultimo periodo sto facendo a meno della carne, ho assaggiato un po’ di tutto: la Torta di Alagna in primis, formaggi (con la “regina” toma) e primi piatti deliziosi. Si passa dalla polenta, alla pasta fresca passando per ottimi secondi a base di materie prime locali elaborati con cura e rivisitati senza dimenticare la tradizione. Non mancano tuttavia anche piatti più semplici, ma io preferisco quelli rielaborati, una vera esplosione dei sapori tipici e freschi della Valsesia.
E quando pensi che sia finito lo spazio e la tentazione, ecco che ti presentano i desserts. Ed è nei dolci che casca l’asino. Se pensavate che Corrado avesse già dato il meglio di sé, forse non avete assaggiato i suoi dolci (primo fra tutti il millefoglie cui farei un mausoleo). Come si dice in questi casi, provare per credere!!
La Montagna di Luce per me è un’istituzione e una garanzia quando vengo ad Alagna Valsesia, anche perchè mi offre la possibilità di visitare l’adiacente Museo Walser, l’antica cultura che appartiene alla valle di Alagna e che si riscopre ancora oggi in molte abitazioni, così come in numerose ricorrenze e tradizioni. Donata vi condurrà in un “casalingo” viaggio nel passato, nella sua casa-museo, svelandola agli occhi del visitatore anche rievocando momenti significativi della sua infanzia.
Se piuttosto che una cena, siete più per un aperitivo al volo non perdetevi la vineria nel centro di Alagna AN Bacher WI, the place to be per centralità e savoir faire del proprietario. Scopritela anche solo per un caffé e ammirate il legno che la contraddistingue.
GUIDA ALL’USO: UN B&B DA DIECI E LODE
Siamo a 4 km e 4 minuti da Alagna Valsesia, nella frazione di Boccorio. Qui troviamo il Bed and Breakfast 10 e lode (http://www.10elode.net). Non sembrerebbe ma la struttura occupava un’antica scuola dell’ottocento, ancora oggi circondata da caratteristiche case in pietra, in posizione appartata in mezzo a boschi di conifere.
Le camere messe a disposizione per gli ospiti del b&b sono 3 e godono di un accogliente spazio comune e di un’ampia e funzionale cucina. Aggiungiamo agli elementi naturali come la pietra e il legno, una dose di stile, gusto, calore e prezzi assolutamente nella norma (per non dire modici). Il risultato? La formula perfetta di un b&b di montagna.
IN VALIGIA: UNO ZAINO CARICO MA MINIMAL
Quando si affronta la montagna, soprattutto in alta quota, è indispensabile equipaggiarsi coscienziosamente, sebbene col minimo indispensabile, cercando pertanto di tenere lo zaino più alleggerito possibile (Mmmmm…) Nello specifico, nel mio zaino di Mary Poppins, avevo messo:
- cappellino caldo;
- scaldacollo;
- guanti pesanti e leggeri;
- maglia termica;
- calzamaglia;
- ghette;
- ramponi;
- torcia;
- termos con té caldo;
- piccozza;
- mappa.
Inutile dire che addosso ero vestita a strati manco fossi stata una cipolla. Dal pile leggero si arrivava ad una super giacca impermeabile. Pantaloni? Anche quelli d’alta quota, manco a dirlo.
LIBRI E FILM: UN MINI-DOCUMENTARIO
Sono solita consigliare romanzi, guide, racconti o veri e propri film legati al viaggio e alla destinazione appena affrontata. Tutto questo materiale è indubbiamente utile per appassionarsi ad una destinazione o, una volta rientrati, ancora più per tener vivo il ricordo (almeno nel mio caso). Stavolta sarò più banale, ma voglio consigliarvi semplicemente un cortometraggio “Il respiro della Valsesia” a cura di Manuel Maccarrone, Lorenzo Debernardi e Raffaele Salvoldi nel quale mi sono imbattuta sul web che, diciamocela tutta, a volte ci regala anche piacevoli ragioni per cui emozionarsi. Questo il link: https://www.youtube.com/watch?v=unecd_lAMMs Diciamoci la verità, scommetto che ora pure voi volete partire per la Valsesia?